Nonostante sia il metallo più abbondante sulla Terra, l’alluminio fu scoperto solo nel 1820 dal fisico danese Hans Christian Ørsted . Ciò è in parte spiegato perché l’alluminio puro non esiste in natura poiché si lega facilmente con altri elementi come l’ossigeno e la nostra principale fonte è la roccia sedimentaria, la bauxite. Ci vogliono circa quattro chili di bauxite per produrre un chilo di alluminio metallico; dopo aver estratto il minerale di bauxite viene estratto l’ossido di alluminio, quindi, l’alluminio e l’ossigeno vengono separati da una corrente elettrica fatta passare attraverso una soluzione fusa di allumina e il minerale criolite, che dissolve i minerali di ossido. Fu solo verso la fine del XIX secolo che l’alluminio fu prodotto su scala industriale e le sue proprietà si rivelarono inestimabili. È leggero, circa un terzo del peso dell’acciaio, ed è anche morbido e malleabile, quindi può essere facilmente colato o modellato in molti prodotti diversi. È abitualmente utilizzato negli imballaggi (in lattine e per fogli di alluminio), beni di consumo (come telefoni e PC), trasporti (automobili, aerei, navi e treni) e linee elettriche.
L’alluminio non arrugginisce ma reagisce molto rapidamente all’ossigeno, creando un sottile strato di ossido di alluminio sulla sua superficie esterna, che impedisce a più ossigeno di raggiungere il metallo, proteggendolo. Ed inoltre può essere riciclato all’infinito con una perdita di materiale limitata, infatti questa proprietà di infinita riciclabilità ha portato a una situazione in cui oggi circa il 75% del quasi miliardo di tonnellate di alluminio mai prodotto è ancora in uso produttivo.
FONTE : CORDIS EUROPA